Salvan: custodi delle tradizioni
Scritto da Johnny Iannantuono | Pubblicato in territorio
Se nel dialetto veneto, il ‘Pigozzo’ altro non rappresenta che il picchio, nel mondo enoico, di questo fantastico panorama che sono i colli euganei, l’azienda Salvan in questo territorio è la perseveranza di custodire da sempre qualità e tradizione, come un picchio che con costanza lavora sullo stesso legno, e forse non è un caso che l’azienda Salvan, è denominata anche “Vigne del Pigozzo”.
E’ ai piedi di uno dei monumenti più belli della provincia di Padova che è ubicata l’azienda agricola, sotto il castello del Catajo costruzione risalente al XVI secolo tra le più imponenti d’Europa.
La storia delle ‘Vigne del Pigozzo’ nasce agli inizi del secolo scorso, un’ azienda agricola dedita alla coltivazione della terra, e all’allevamento di bestiame, in una dimensione che renderà i vari protagonisti attenti custodi delle tradizioni del luogo.
Siamo oggi alla 4° generazione di quella che era un’azienda fatta di mezzadri e che rimase così fino al dopoguerra, dove il vino era quasi esclusivamente consumato dai vari operatori dell’azienda per uso casalingo, fino ad arrivare a metà degli anni ’60 per i primi imbottigliamenti.Tra le varie scelte degli allora mezzadri si trovarono le più disparate varietà, dalla barbera alla turchetta, dal friularo al tocai rosso passando per la corbina, per impiantare poi i vari vitigni internazionali come merlot, carmenere e i cabernet franc e sauvignon. Affiancando alla produzione vinicola la produzione di latte vaccino.
Ma è nell’annushorribilis del 1985 che avviene la svolta concettuale dell’azienda, Giorgio Salvan l’attuale timoniere e agronomo di lungo “sorso” come simpaticamente si definisce , decide di dedicare il suolavoro solo al vino e quindi i sui 20ht hanno qui un cambio radicale, dedicando ancora di più attenzione maggiore alla pianta e al prodotto finale vino.
Un attento conservatore Giorgio ma non ancorato troppo al concetto di vino passato, lo studio è il centro dal quale partire per avere un grande vino, fine degustatore e conoscitore della tradizione culinaria della zona, racconta il vino in maniera semplice diretta, per renderlo più comprensibile parlando di abbinamenti, senza perdersi in preamboli o viaggi tra le varie sensazioni che una degustazione può regalare.
I vini dell’azienda poi esprimono la conoscenza e l’attenzione che questa famiglia trasmette , partendo dal concetto che i vini escono sul mercato nel momento in cui sono pronti, “regalandogli” tutto il tempo che hanno bisogno per l’affinamento.
Come il ‘Carromatto” un merlot in purezza dalla grande struttura senza cadere in banali piacevolezze, che esce a 3 anni dalla vendemmia insieme al suo Cabernet Sauvignon il ‘San Marco”.
E quando si dice che l’attesa aumenta il desiderio, basti pensare alle varie riserve di merlot e cabernet presenti solo nelle annate migliori, che arrivano al palato degli appassionati non prima degli 8 anni, insieme al purosangue ‘Oltre il Limite’ oggi presente con l’annata 2009.
Vini tipici si , ma anche tante microvinificazioni per riportare alla luce un patrimonio di vitigni unici della zona, come tuchetta e corbina, e un friularo rifermentato rosè il Frì , un incontro con la ricerca delle bevute spensierate giovanili oggi molto in auge tra i winelovers.
‘Vigna del Pigozzo’ incarna la storia di un fantastico territorio fatta di uomini, lavoro, e agricoltura, in una terra ricca di storia di arte , cultura e benessere viste le famose acque termali.
Giorgio e la sua famiglia ne custodiscono i segreti.