Nero di Troia: Identità da scoprire
Scritto da Davide Gangi | Pubblicato in vinoway italia
Si è conclusa a Roma un’altra tappa di “Degustazioni Romane”, eventi organizzati da Vinoway Italia, dedicata questa volta al Nero di Troia, un vino pugliese che negli ultimi tempi è stato rivalutato grazie alla volontà di molti produttori che si sono adoperati affinchè il vitigno Uva di Troia trovi la sua giusta collocazione sul mercato.
Considerato il terzo vitigno autoctono per importanza della Regione Puglia, è prodotto nell’areale delle province di Bari e Foggia.
Il vino è stato nell’occasione rappresentato da:
Antica Enotria Nero di Troia Puglia rosso IGP 2011
Azienda Agricola Ruggiero Tupputi 13 Lame Nero di Troia Puglia rosso IGP 2013
Cantine Spelonga Nero di Troia Puglia rosso IGP 2013
Casaltrinità Padre Nero di Troia Tavoliere delle Puglie rosso DOC
Cotinone Vigneti Torù Daunia IGP 2012
Leonardo Pallotta Donna Clelia San Severo rosso DOC 2012
I vini sono stati presentati sia in degustazione presso la Salsamentaria che durante la cena presso il Circolo Ufficiali della Marina, ottenendo in entrambe le occasioni unanimi apprezzamenti e consensi da parte dei partecipanti, molti dei quali non conoscevano il vitigno.
Fino a poco tempo fa, il vino Nero di Troia, veniva assemblato con altre uve per addomesticare la sua asprezza e la tannicità. E’ considerato una specie di Primadonna dell’enologia (cit. enologo Cristoforo Pastore) grazie alla sua elevata concentrazione di flavonoidi nella buccia.
Si distinguono due espressioni di Uva di Troia: ad acino grande con grappolo più raccolto detto anche “ruvese” (prende il nome dalla città di Ruvo) e ad acino piccolo con grappolo spargolo detto anche “canosino” (dalla città di Canosa), in quest’ultima si sono concentrati gli studi per una produzione di vini di alta qualità.
Nell’ultimo decennio si è iniziato a produrlo in purezza, ottenendo risultati ottimali grazie anche all’impiego di tecniche enologiche e all’utilizzo dell’acino piccolo che ne esaltano il frutto e rendono più morbidi i tannini.
Esistono due “schieramenti” di produzione: l’areale “barese” con il Consorzio di Tutela Doc Castel del Monte (Presidente Francesco Liantonio), che ha ottenuto nel 2011 la DOCG Castel del Monte Rosso Riserva e Castel del Monte Nero di Troia e quella “foggiana” che ha ottenuto il riconoscimento a Denominazione Protetta “ Doc Tavoliere delle Puglie” e che nel 2012 ha istituito un Consorzio di Tutela (Presidente Antonio Gargano) per valorizzare e dare più forza alle azioni di promozione.
Forse questa “divisione” va, purtroppo, a scapito di un ottimo prodotto che non è ancora riuscito ad affermarsi come meriterebbe.
La speranza è di poter vedere unite le due forze per crearne una unica che miri al raggiungimento di uno stesso obiettivo, cioè quello di valorizzare e tutelare questo meraviglioso vitigno e che possa finalmente essere in grado di conquistare e valicare i confini regionali, affermandosi anche sul mercato nazionale ed internazionale.