VINOWAY intervista il Presidente FISAR

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Mario Del Debbio, di Lucca è stato eletto Presidente Nazionale FISAR il 21 ottobre 2012. Sommelier professionale e operatore commerciale del comparto vino rilascia un’ intervista per Vinoway.

Si presenti ai nostri lettori Presidente e ci dica come arriva al mondo del vino e da cosa nasce la sua passione.

“Posso dire che arrivo al mondo del vino in perenne ritardo, il che fa di me un recidivo assoluto essendomi occupato di tutt’altro nei primi 35 anni di vita che vi risparmierò. Sono comunque da sempre un grande goloso, il mio cardiologo lo può confermare, e il vino mi aveva da sempre affascinato. Frequento il corso per sommelier FISAR a metà anni 90 e nel 2000, grazie anche alle conoscenze effettuate in questo mondo decido di cambiare lavoro. L’occasione me la offre Filippo Tacchella, attuale Direttore Moon Import, a quel tempo Agenzia Generale per Toscana e Umbria per il Gruppo Italiano Vini per il quale inizio a seguire la rete agenti di quelle zone. Sono ancora in società con lui e seguo nella mia provincia diverse altre aziende.
Per la mia carriera in FISAR, nel 2000 divento prima Segretario e poi Delegato della Delegazione di Lucca e nel 2003 mi candido al Consiglio Nazionale. Risulto eletto ed acquisisco subito la carica di Segretario Nazionale che mantengo ininterrottamente fino al 2012, anno in cui vengo nominato Presidente Nazionale. Quasi 10 anni di Segreteria mi hanno permesso, oltre ad affibbiarmi il titolo di Segretario storico, di conoscere l’Associazione in tutte le sue dimensioni consentendomi, almeno lo spero, di gestire il difficile incarico di Presidente cercando di portare ulteriore crescita alla FISAR.”

Il bilancio dopo un anno di Presidenza?

“Certamente positivo. La crescita della FISAR, sia nella sua realtà intrinseca che nel percepito degli appassionati del vino è tangibile e facilmente riscontrabile, segno che il lavoro fatto, anche negli anni passati, è stato importante e di qualità e sta cominciando a dare i frutti sperati”.

Cosa le piacerebbe realizzare durante il suo mandato?

“Quello a cui stiamo lavorando è un progetto che coinvolge la Federazione a 360 gradi e che riguarda soprattutto il settore formativo e comunicativo. In questi ultimi anni lo scenario del vino è profondamente cambiato e sono cambiate le esigenze delle aziende che hanno dovuto adeguarsi in fretta, a volte troppo in fretta, alle mutate condizioni del mercato. Il supporto di personale qualificato che aiuti a veicolare nella maniera giusta il prodotto “vino” è oggi indispensabile. Pensare oggi ad un Sommelier semplicemente come la persona addetta alla cantina o peggio ancora addetta solo al servizio del vino non solo è riduttivo ma poco rispettoso per la preparazione tecnica e culturale che a questa figura viene richiesta. I nostri cambiamenti sono pensati proprio in virtù di queste necessità. Per la parte della comunicazione il 2014 vedrà un grande rinnovamento della nostra rivista “il Sommelier” che proprio nel 2013 ha compiuto 30 anni di storia. Una nuova veste grafica, nuovi contenuti che saranno integrati anche dalla comunicazione via Web con investimenti anche nel settore social. Far diventare la FISAR un soggetto interattivo, un compagno di viaggio non solo per il semplice appassionato ma strumento di lavoro per gli addetti al settore”.

Quali sono i principi su cui si basa la FISAR?

“La FISAR è una associazione di tipo culturale che si occupa di formazione. Detto questo il principio fondamentale a cui la FISAR si ispira è il Rispetto. Rispetto per tutte le persone che lavorano nel mondo del vino, un rispetto che deve tradursi in un approccio al bicchiere che sia consapevole di quanta fatica e di quante persone ci sono dietro a quel sorso di liquido a volte giudicato senza alcun tipo di remora in poco più di 10 secondi. E rispetto anche per il ruolo che noi siamo chiamati a ricoprire dovendo trattare un argomento delicato come è quello dei prodotti alcolici. Mi piace sottolineare che la FISAR non insegna a bere, ma insegna la “cultura del bere” che è ben altra cosa”.

I rapporti tra la FISAR e le associazioni AIS e ONAV come sono?

“Non nego che una certa rivalità sia esistita e che esista ancora, soprattutto con AIS per il fatto che capita spesso di trovare insieme i nostri e i loro sommelier nelle varie degustazioni, cosa che non accade con ONAV che non ha un gruppo di servizio di Sommelier. Non manca però un grande rispetto per il lavoro che entrambe stanno facendo e personalmente mi vanto di avere molte amicizie tra le due associazioni a cominciare dal Presidente Maietta che stimo sinceramente e che trovo stia facendo una grandissimo lavoro”.

Le farebbe piacere se si realizzasse un evento organizzato e condiviso tra le associazioni FISAR- AIS- ONAV? 

“Le risponderò con una frase che va per la maggiore in questo momento: “fare sistema”. Il fine che ci proponiamo è in definitiva lo stesso, fare cultura, fare formazione e promuovere il vino e la gastronomia italiana. Lavorare in sinergia moltiplica le forze facilitando il raggiungimento del risultato. Chissà, forse siamo finalmente pronti per un evento condiviso”.

Un consiglio che darebbe agli enoappassionati?

“Vorrei darne due: leggerezza ed umiltà. Troppo spesso vedo persone che si prendono estremamente sul serio convinte di avere la ricetta salvavita, persone che sanno solo spiegare e non ascoltare. Il Vino, come d’altronde tutto ciò che ci circonda, è un universo grandissimo. Chi è in grado di ascoltare riesce ad imparare qualcosa anche da chi solitamente viene relegato ai margini. Non partite dal bicchiere quindi, cominciate dalla vigna, parlate con chi segue il vigneto 365 giorni l’anno e lo conosce pianta per pianta, poi seguitelo in cantina ed osservate l’uva trasformarsi ed il vino invecchiare e poi custoditene le bottiglie con cura. Il prossimo calice che berrete avrà un sapore decisamente migliore”.

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