Novello: crollo di appeal sempre più evidente
Scritto da vinoway | Pubblicato in mercato
Il vino novello, una produzione di nicchia e di esportazione molto limitata che quest’anno si ridimensiona ulteriormente.
In attesa al 7° Salone del Vino Novello del Meridione, che quest’anno si svolge a Castrovillari(CS), di bissare il successo dello scorso anno quando il Miglior Novello 2012 del Sud fu proclamato quello delle cantine Cervino di Roccanova, anche per questa stagione il vino “giovane” si conferma prodotto limitato. Non più di 15mila le bottiglie prodotte e commercializzate dai viticoltori (soprattutto Aglianico del Vulture, Grottino di Roccanova, Terre Alta Val d’Agri).
“Il vino novello – sottolinea una nota della Cia lucana – per i nostri viticoltori specie del Vulture rappresenta una produzione di nicchia e di esportazione ma molto limitata che quest’anno si ridimensiona ulteriormente. Le difficoltà per il novello si erano già manifestate negli ultimi due anni. In verità, il vino giovane in Basilicata non ha mai entusiasmato le aziende dei doc e continua a perdere fascino e fan. Ma meno ammiratori significa meno vendite e quindi meno bottiglie”.
Per la Cia due sono i motivi alla base di questo crollo: la tendenza generalmente a ribasso dei consumi di vino nel Belpaese, che coinvolge anche il “novello”, e un crollo di “appeal” che ormai è sempre più evidente. Mentre le nostre bottiglie fanno il pieno all’estero -spiega la Cia- da anni i consumi interni calano costantemente, sino ad una flessione di ben 12 litri in quindici anni, che diventa ancora più eclatante se si paragona agli anni Settanta, quando si bevevano poco meno di 120 litri a testa in un anno. In pratica, dai 2 bicchieri al giorno del 1970 si passa a solo mezzo bicchiere oggi”.
La situazione che sta vivendo il settore vitivinicolo – conclude la Cia – è lo specchio delle difficoltà dell’agricoltura. In tutti i comparti, dall’ortofrutta ai cereali, dall’olio d’oliva al lattiero-caseario, i problemi ogni giorno di più si fanno pressanti”.
“Il vino novello – sottolinea una nota della Cia lucana – per i nostri viticoltori specie del Vulture rappresenta una produzione di nicchia e di esportazione ma molto limitata che quest’anno si ridimensiona ulteriormente. Le difficoltà per il novello si erano già manifestate negli ultimi due anni. In verità, il vino giovane in Basilicata non ha mai entusiasmato le aziende dei doc e continua a perdere fascino e fan. Ma meno ammiratori significa meno vendite e quindi meno bottiglie”.
Per la Cia due sono i motivi alla base di questo crollo: la tendenza generalmente a ribasso dei consumi di vino nel Belpaese, che coinvolge anche il “novello”, e un crollo di “appeal” che ormai è sempre più evidente. Mentre le nostre bottiglie fanno il pieno all’estero -spiega la Cia- da anni i consumi interni calano costantemente, sino ad una flessione di ben 12 litri in quindici anni, che diventa ancora più eclatante se si paragona agli anni Settanta, quando si bevevano poco meno di 120 litri a testa in un anno. In pratica, dai 2 bicchieri al giorno del 1970 si passa a solo mezzo bicchiere oggi”.
La situazione che sta vivendo il settore vitivinicolo – conclude la Cia – è lo specchio delle difficoltà dell’agricoltura. In tutti i comparti, dall’ortofrutta ai cereali, dall’olio d’oliva al lattiero-caseario, i problemi ogni giorno di più si fanno pressanti”.
Fonte: basilicatanet.it