Siamo stanchi! Basta sfide fra Champagne e Metodo classico Italiano.
Scritto da Daniele Sala | Pubblicato in mercato
Come accade tutti gli anni durante il periodo delle feste prossimamente telegiornali e stampa annunceranno la notizia del numero totale di spumanti italiani esportati, o prodotti, o presumibilmente stappati, confrontandolo con quello relativo allo Champagne.
Gioiosi sorrisi dei giornalisti accompagneranno la notizia nel caso in cui le nostre Bollicine dovessero “superare” quelle dei francesi.
Noi di Vinoway diciamo BASTA a questo stucchevole tormentone che ogni anno mette in sfida lo Champagne con il nostro spumante ed ora andiamo a spiegarne i motivi.
In primo luogo mettiamo in discussione le modalità con cui spesso vengono fatti i conteggi relativi agli spumanti italiani, in quanto si mettono in un unico calderone vini prodotti in zone molto diverse, realizzati con metodologie differenti e con i vitigni molto variegati.
Comprendiamo il sano patriottismo di mettere in campo una formazione numerosa per combattere il presunto “avversario”, ma troviamo opinabile questa mischia furibonda di tradizioni spumantistiche diverse, al solo fine di ottenere una somma di bottiglie tale da esser sbandierata con orgoglio.
La cosa che più ci spiace è che dietro questo continuo confronto pare celarsi una sorta di complesso di inferiorità recondito che a tutti i costi vogliamo convincerci di non avere.
Chiariamoci subito, noi siamo assolutamente “patriottici” quando si tratta di parlare del nostro vino, proprio per questo vogliamo difendere il fantastico patrimonio spumantistico italiano, sottraendolo da quelle presunte sfide mediatiche volte a decidere chi è il primo della classe.
La zona dello Champagne ha una sua dimensione territoriale, enologica e storica di cui non stiamo nemmeno qui a parlare, il suo blasone e la fama sono supportati da una tradizione qualitativa che nessuno può permettersi di mettere in discussione. In quella zona baciata da madre natura per il meraviglioso terroir è mediamente alto il livello enologico delle Bollicine prodotto sia da piccole che da grandi Cantine. Ovviamente non è tutto perfetto nemmeno lì, questo è chiaro, le differenze qualitative fra le varie sottozone ed i singoli produttori ci sono, ma a livello di sistema complessivo gli elogi sono tutti meritati.
Detto questo, è assolutamente giusto che noi italiani abbiamo preso lo Campagne come punto di riferimento per crescere e migliorare, c’è sempre da imparare qualcosa da chi è arrivato a certi livelli storicamente prima di noi. L’errore che non si deve commettere è di restare sempre intrappolati in questa sorta di sfida virtuale con l’ossessione di dimostrare che noi siamo o stiamo diventando meglio di loro.
Quello che invece ci sta a cuore è l’alto livello qualitativo raggiunto dal nostro Metodo Classico nelle varie zone d’Italia, ognuna con peculiarità e prerogative diverse, sia per territorio, filosofia e tradizione. C’è ancora molta strada da percorrere, ma è fuori discussione che oggi molte Cantine sono in grado di produrre delle Bollicine con un livello qualitativo eccelso.
Troviamo quindi scorretto eseguire una pura somma algebrica di tipologie spumantistiche la cui unica cosa in comune è di avere delle Bollicine, per cui ci si affanna a sommare vini di Franciacorta, Oltrepò Pavese, Trentino Alto Adige, Veneto, Piemonte, prodotti alcuni con Metodo Classico altri con Metodo Martinotti/Charmat, alcuni fatti con Pinot Nero, Chardonnay altri con Moscato e Glera.
Cosa ancor peggiore se in quelle somme si dovessero aggiungere le “mediocrità” spumantistiche che compaiono sugli scaffali a ridosso delle feste, svenduti con pubblicizzate offerte che millantano di portare in tavola buoni spumanti italiani a 1,50 euro la bottiglia o poco più.
Mettere tutto in un unico calderone crea solo una gran confusione, ma soprattutto rischia di dimostrarsi ridicolo agli occhi di chi vede questo variegato battaglione confrontarsi con lo Champagne.
A noi appassionati interessa molto poco quante milioni di bottiglie vengano esportate, vogliamo semplicemente che il livello qualitativo medio delle nostre Bollicine cresca costantemente e per fare questo bisogna valorizzare all’estremo le nostre zone spumantistiche più vocate. Non solo, ogni singola regione nel suo piccolo deve saper sperimentare e scoprire questa tipologia, senza paura di confrontarsi con luoghi comuni e scetticismi. Sappiamo che già esistono singoli produttori che hanno accettato la sfida iniziando a vinificare del Metodo Classico anche in zone storicamente distanti da tale tradizione, ottenendo risultati incoraggianti e di ottimo pregio.
Italia e Francia sono universalmente riconosciute nel mondo come i due pilastri d’eccellenza del comparto vitivinicolo, non ce ne frega nulla di sapere se una è meglio dell’altra, perché è una domanda superficiale vista l’enorme varietà produttiva di ogni singola sottozona e la tradizione storica che negli anni ha visto crescere queste due nazioni con dinamiche diverse.
Bisogna inchinarsi alle perle enologiche della blasonata Champagne, altrettanto occorre fare al cospetto di tutti quei grandi Spumanti Metodo Classico italiani che ormai hanno raggiunto livelli di eccellenza, senza complessi di inferiorità e senza manie di grandezza da parte di nessuno.
In Francia hanno percorso la loro strada, noi stiamo camminando sulla nostra facendo passi da gigante, siamo cresciuti negli anni, molto bisogna ancora fare, ma soprattutto dobbiamo sempre più confermarci su questi alti standard ed il consumatore deve imparare a rinnegare i vini mediocri svenduti a prezzi di saldo, solo così sul mercato prenderanno piede quelle Cantine che con immensa competenza e sacrificio sanno produrre Bollicine da encomio.
Invece di fomentare certe inutili sfide, il sistema di comunicazione italiano deve spiegare a tutti gli appassionati più o meno esperti quali siano le grandi peculiarità spumantistiche del nostro territorio.
Ad oggi sono ancora milioni le persone che bevono Metodo Classico solo durante le feste e purtroppo molte di queste sono convinte che vadano abbinate solo al dolce.
Iniziamo ad informare in modo martellante il consumatore che le Bollicine sono un ottimo vino da bere a tutto pasto, con grande versatilità di abbinamento, insegniamo che con i dessert la vera armonia si raggiunge affiancandoli ad opportuni vini dolci, in modo che durante tutto il corso dell’anno il consumo di queste tipologie di vino entri nel normale uso quotidiano.
C’è bisogno di una comunicazione di massa che poco alla volta faccia crescere la cultura media in campo vitivinicolo, così verranno sempre più apprezzati gli sforzi qualitativi spumantistici delle nostre Cantine, le quali dovranno sempre migliorare per confrontarsi con una clientela attenta ed esigente.
Impegniamoci tutti a comunicare sempre meglio la cultura spumantistica, senza perdere tempo a dimostrare quante milioni di bottiglie Champagne ed Italia abbiano esportato, ha sicuramente una sua valenza economico-commerciale, ma a noi amanti del Vino interessa accarezzare e degustare la qualità che sta dentro la bottiglia.
Spieghiamo alla gente che delle fresche Bollicine sono un eccellente compagno per i nostri pasti di tutto l’anno: noi di Vinoway siamo sicuri che quando inizierà ad entrare in quest’ottica saprà apprezzarle e tutto il resto verrà di conseguenza.